Scendo a gocce
come da un rubinetto che perde.
Mani che non riesco a vedere hanno chiuso la manopola più
volte.
Il flusso ingarbugliato del mio sentire è rimasto
intrappolato in enormi bolle d’aria ora che ho allentato l’imbarazzo, ma
l’anticamera del mio ingresso è un imbuto incrostato che mi accoglie all’improvviso e cerca di dare forma al
contenuto singhiozzante della mia espressione.
Raccolgo le forze
e innaffio un terreno misto di contraddizioni .
Mi perdo nel torpore di questa stagione, evaporo sulla pelle
arsa di questa foglia e mi nutro del suo abbraccio
mentre si contrae sul peso del cambiamento.
Tempo che percorro con sbavature di lumaca, le giornate
corte muoiono dentro me quando si spegne il sole ed io indugio con lo sguardo
sull'ultimo chiarore , lancio ponti di evasione mentre la sera sopraggiunge
sulla mia ultima occasione.
Un urlo di vento annuncia il domani alla finestra della mia
attenzione.
Goccia a goccia ricompongo lo specchio
del mio pozzo e attendo un tinello che venga, dissetandosi ,a liberarmi ....non prima
però di aver ceduto vibrazioni della propria sete sul riflesso di un'immagine.
GZ