venerdì 25 novembre 2011

Wake up and smell the coffee















Un caffè sbadato ieri si è versato con precisione di pois a destare gli impegni in agenda...
Mi sono ritrovata dentro l’immagine di copertina dei Cranberries a rincorrere pensieri intrappolati come aria dentro cerchi danzanti in un mare di deserto sulle note di “wake up and smell the coffee”.
Il risvolto della pagina , oggi 25 Novembre, ripropone lo stesso itinerario per i miei grovigli interiori che si perdono senza meta a seguire la scia di una poesia latente, di cui pare io raggiunga solo l’ombra, in questo periodo di tristezze metereologiche calamitate a sud del mondo.
Non riesco a comprendere come un corpo possa ignorare le sofferenze delle sue estremità e dei suoi prolungamenti ; ci impegniamo a reggere con salda precisione una figura di altezze che con aria da gigante imprime il peso delle sue leggerezze su piedi che affondano nel fango!!!
Spero in un orecchio distratto a non aver udito le offerte di aiuto per gli sfollanti di Barcellona pozzo di gotto e gli altri sud del mondo...
Svegliamoci....

mercoledì 16 novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

Sopravvivenza a un lunedì come tanti




La prima notte di lenzuola di flanella e sogni ammantati, così strani e veri che il mattino ha faticato non poco ad avermi. Destata dalle curiose visioni della notte il lunedì ha testato tutti gli altri sensi col sottofondo intermittente di quelle stonature dentro il ritmo incalzante di lavoro... così io, i miei occhi, le mie mani, le mie orecchie, le mie gambe e poi...cuore e mente, - più riluttanti - siamo finiti dentro i cassetti dell'urgenza a tempo indeterminato e i sogni spariti, nel riflesso, appena intercettato nell'ombra di me, che lo specchio del bagno mi rimanda.
Quanto avrei voluto finire in un'unica soluzione dentro una valigia, di andata immediata... e ritorno, dopo un pò, in giro per ambienti altri.
Magari avrei anche voluto poter solo respirare l'aria malsana di un'aeroporto con il miscuglio di idiomi e facce, pensieri, ansie , speranze di chi parte con la paura di non fare in tempo ..di chi arriva in anticipo in un posto nuovo, di chi attende chi è in ritardo o chi lavora tra un colpo d'aria condizionata e odore di caffè misto a spezie...poi correre fuori con la tensione del corpo che finisce a capofitto sul sentore di mare che alleggia a Punta Raisi e scoprire che il buoio del giorno è già sopraggiunto sulle proprie divagazioni mentali.

venerdì 11 novembre 2011

La poesia in un'allitterazione numerica?


Cogliamo l'attimo, il tempo sembra scorrere lungo una metrica...abbandonare un luogo per ritrovarsi avvolto nella poetica di un'allitterazione numerica :

"Lasciami scivolare sulla sterilità
dei giorni colmi d'occasione
cogliere solo il sospiro di un attimo di noia
poi con un balzo di stupore riconoscere
ciò che non sapevo di attendere
e volgere lo sguardo in un altrove
che cerca già spazio vitale
nella sonnolenza della mia considerazione"

GZ

mercoledì 9 novembre 2011

I libri



...A Sebastian piaceva andarsene in bicicletta, all'imbrunire, per un certo sentiero che costeggiava i prati. Là si sedeva su una staccionata, guardava i ciuffi di nuvole rosa salmone che prendevano il colore del rame brunito nel pallido cielo della sera, e pensava. A che cosa? A quella ragazzotta londinese, con i morbidi capelli ancora raccolti in trecce, che una volta lui aveva seguito attraverso il parco e raggiunto e baciato, e che poi non aveva più visto? Alla forma di una nuvola particolare? A un tramonto nebbioso al di là di un nero bosco di abeti in Russia? Al significato segreto di un filo d'erba o di una stella? Al linguaggio sconosciuto del silenzio? Al peso tremendo di una goccia di rugiada? Alla straziante bellezza di un ciottolo tra milioni e milioni di ciottoli, che hanno tutti un senso , ma quale? All'antica , antichissima domanda <<chi sei tu? >>, rivolta al proprio Io divenuto stranamente evasivo nel crepuscolo, e al circostante mondo di Dio di cui non si è mai fatta veramente la conoscenza? ... V.Nabokov

Ecco cosa mi ha rapita! La lettura... i libri tutte le volte, un libro adesso "La vera vita di Sebastian Knight" di Vladimir Nabokov di cui il passo precedente non è che una finestra.

Mentre riflettevo sulla vita delle parole, l'origine delle espressioni... ho ricordato un tratto a dir poco fantasioso letto moltissimo tempo fà, che mi colpì parecchio :

"Maggiolini Metafisici"

E' probabile che il libro sia stato fonte di vita per gli uomini e le donne e che la scrittura abbia preceduto l'umanità, e non il contrario come si sostiene comunemente.
Forse un tempo Dio era il solo lettore dell'unico libro da lui scritto, stampato e pubblicato in una copia. E' possibile che poi un mattino i minuscoli insetti che compongono i caratteri di stampa abbiano preso il volo dalle pagine di quel libro per migrare altrove, schierati in formazione come fortezze volanti : e che Dio, meno irritato dalla fuga ribelle che colpito dalla bellezza delle corazze nere in campitura azzurra , abbia creato allora gli uomini e le donne per condividere con loro il piacere precario di quella visione puntiforme.
Si può addirittura ipotizzare che poi, armati di retine di tulle e di minuscole gabbie d'argento, alcuni uomini, chiamati scimmie di Dio o scrittori o cacciatori di parole, abbiano acciuffato alcune lettere per fissarle sulle pagine bianche, crocifiggendole come farfalle da collezione.
E' plausibile pertanto che la creazione letteraria consista in questo: sottrarre neri coleotteri all'azzurro del cielo e alla vista di Dio per poi imprigionarli sulla carta senza sciuparli.

Giulio Ranzanici

E poi pensieri....a cosa???
Le parole sono solo una forma del pensiero che subisce una metamorfosi mentre le scriviamo..eppure quando le leggiamo nuovamente assumono altre forme in altri pensieri e ci portano sempre all'idea di un' incontro con le parole e i pensieri di qualcun'altro...

martedì 1 novembre 2011

Presentazione





Rileggendo "scrivere un curriculum" di Wislawa Szymborska.....


Cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
Il curriculum dovrebbe essere breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
E ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza un perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
E ti evitassi.
Sorvola su, cani gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
E il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa,
che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio scoperto.
E' la sua forma che conta, non cioò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che triturano la carta.



....ho ricordato di non essermi mai presentata e d'altra parte come avrei potuto....non puoi dire chi sei prima di essere e se ci provi adesso mentre parli sei già stata quindi...potrei dirvi chi "vorrei essere" e non necessariamente chi sarei...
ad ogni modo non posso assolutamente disubbidire a Wislawa e sarò precisa su ogni indicazione, questa è la mia presentazione:




"Mi piacerebbe presentarmi con un fischio perchè altro non sono che una che vorrebbe dare un eco ai propri deliri e sentirli tornare indietro, dopo una gita tra i monti del suo piccolo paese, magari scevri da fronzoli e ridotti al midollo.


Invece non so fischiare e quando cala il sole nella vallata tutto ciò che in me prima si ergeva sulle punte si stende fino a identificarsi con l'orografia del posto e non sente che il silenzio.
Vorrei scrivere poesia cruda fatta di parole frantumate , sganciare via la prosa del "me" contenitore come uno sputo schiumoso che parte da altezze remote ....si scaglia ignaro contro le rocce del dirupo fino a ledersi nell'anima, perdere corpo, sanguinare i brandelli dell'essenza , giungere sfinito e asciutto da vento verso il suolo polverso...e infine salvarlo sulle ali di un impeto di sopravvivenza come mano divina che afferra per i capelli altra vita.

Cerco questi modi che non mi sono stati concessi e finchè non mi sono concessi....pertanto ringrazio i nascondigli impossibili di Chi me ne rende l'assenza e il modo bellicoso con cui me ne priva poichè tutte le volte che mi avvicino esplode una mina e scorgo l'orrore di un'opera incompiuta.

Quindi la mia prima aspirazione sarebbe lavorare in miniera.....ma potrei anche essere il fattorino di un povero orefice e fargli le consegne viaggiando senza bussola sulla forza di gambe prese in prestito...
Certo questa è solo una possibilità tra tante...per il resto non potrei che fare l'ignorante.
Se conoscete chi cerca le mie sembianze vi prego non esitate...domani potrei voler cambiare arte."
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