domenica 30 ottobre 2011

I tempi del Tempo (non attendono)















E' tutto uno schiudersi d'istanti nel prato delle esistenze
per noi api incostanti che succhiamo il nettare periglioso dalle ore più colme e soltanto guardiamo il vivo polline dei brevi momenti...
che rimpiangiamo alla sopravvenuta coscienza della biologica aridità dei cicli.
Il nostro amore è la campanula che non si apre al primo raggio di sole,
è il germoglio mai cresciuto ibernato nei nostri cuori...
è il miele che distilleremo nel passaggio dalle volontà alle azioni.

GZ

"I miei sogni sono come i bufali che pascolano all'orizzonte e pascolano per tutto il mondo e tra essi io irrompo con la mia lancia per trafiggerne uno prima che tutti fuggano" H. Melville


Il carpe diem di Melville mi ha sempre affascinata.......e penso che ci sia un momento in cui improvvisamente la vita si avvicina sulla superficie della lente d'ingrandimento :
"c'è un niente nel tutto di cui non siamo coscienti e un tutto nel niente che ignoriamo profondamente" e se ne vanno i tesori davanti i nostri occhi accecati finchè non ci rinveniamo stolti nel comprendere le perdite e sottoponiamo ogni cosa alla stima ed elemosiniamo occhiali nel tentativo vano di recuperare il niente al quale non siamo stati in grado di dare un valore.


Tempo

"perchè vieni a me come fiore di cactus arreso alla sera?"

Gizeta


Eppure... è tempo che sfugge niente paura che prima o poi ci riprende perchè c'è tempo c'è tempo c'è tempo per questo mare infinito di gente...



P.S. La letteratura e la poesia sono un discorso lungo tutto il resto del tempo....
come il tempo di una terapia curativa contro un male sconosciuto il cui antidoto - si suppone- sia esso stesso la causa della malattia.... 
e noi cavie cerchiamo a nervi tesi di fuggire la guarigione ...

GZ

giovedì 27 ottobre 2011

"Diciamocelo (con Grazia)"


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Leggendo " Diciamocelo (con Grazia)" num. 43 del 24/10/2011 di Vera Montanari Direttrice dell'omonima rivista non sono riuscita a trattenere le riflessioni che ...passo a passo... hanno raggiunto le Sue in punta di pensiero.
Rifletteva su "La formula matematica della felicità" libro di Paolo Gallina , testo che si propone attraverso la proporzione : Felicità = AS/AT di aiutare l'uomo in una delle ricerche più ardue mai intraprese.
Così pur non avendo letto il libro, grazie a "Grazia" e a Vera Montanari, ecco sciolta la formula per la quale "S" sta per Stato e "T" sta per Tempo, e dunque la Felicità è data dal cambiamento di Stato valutato in relazione al Tempo...tanto più si è felici quanto più si passa da una situazione peggiore ad una migliore e tanto più grande sarà la gioia quanto più breve sarà il tempo impiegato per ottenere il "cambiamento".
Secondo la Montanari dando per "certo" che la felicità si nasconda dietro il cambiamento da una condizione ad un'altra migliore...sulla questione tempo forse si potrebbe dissentire : <<Per aspera ad astra ...la felicità va voluta,perseguita, conquistata. E poi saldamente tenuta>> cito testualmente.

Le mie riflessioni le stringono la mano anzi la abbracciano...il meeting di pensiero ha concluso l'accordo!

Se tutto sta nel cambiamento però....che fatica !
quanta ritrosia ad abbondonare un posto per un altro, un'idea per un'altra, un panorama vissuto per un orizzonte sconosciuto, un dubbio per una pseudo-verità o una verità per un nuovo dubbio.
Sebbene questo sia ciò che facciamo tutti i giorni ,dentro noi stessi, mentre sciogliamo i nostri grovigli interiori....che fatica ad abbandonare "un'abitudine" per un risultato incerto.

D'altra parte già diverso tempo fa Wolfgang Goethe definiva la felicità come il "difficile equilibrio tra l'estasi del nuovo e la sicurezza dell'abitudine".

Non posso che concludere con poesia :

"Non è che il morire ci faccia tanto male –
è il vivere – che duole di più –
ma morire – è un modo diverso –
una specie dietro la porta –


l’abitudine del sud – dell’uccello –
che prima che venga il gelo –
accetta una latitudine migliore –
noi – siamo gli uccelli – che restano.


Tremiamo sulla soglia del fattore –
della cui briciola riluttante –
facciamo conto – finché nevi pietose
persuadono le nostre ali a casa."

E.Dickinson 1862

mercoledì 26 ottobre 2011

Il tepore del tè o "Te"



E’ già da qualche giorno che la mia mano destra minaccia amore fisico col pavimento pseudomarmoreo giallo ocra e argilla del mio ufficio...e la sua temperatura ultraterrena si contrappone all’effetto serra delle vetrate che trasformano l’intermittente tiepido sole autunnale nel nucleo rovente “forestiero” che mi riscalda la mente....ed io non riesco a trattenere un solo pensiero a “casa”.

In questo divenire, mentre i riflessi del vetro sporco si frappongono tra una ragnatela artigianale e la tenda avorio, il tic tac del cerchio appeso alla parete mi trasforma in imbuto...e poiché nulla sembra arrestarsi all’altezza del collo è assolutamente necessario che le più “piccole” cose vengano fuori - fino a (rag)giungere “in punta di parole”- a strutturare questo sapore di thè o Te che si cura dei miei giorni quasi invernali.
E’ sempre un mistero, poi ,come “fuori da qui” la natura possa spargere tragedia e panico mentre ignari dell’altrui destino i nostri cuori trattengono il respiro sull’odore di terra bagnata e coprono un brivido dentro una manica più calda.

GZ

Passo a passo


Frammento [326]

"Non so ballare sulle punte-
Nessuno m'istruì-
Ma spesso, nella mia mente,
Una tale Gioia mi possiede,

Che se avessi nozioni di balletto-
mi esprimerei in piroette
da fare impallidire una Troupe
O ammattire una prima donna,

E anche se non ho gonna di tulle-
o riccioli nei Capelli,
né Saltello per il pubblico - come uccellino,
le zampette contro l'aria,

Né tuffo il corpo in palle di piuma,
né scorro su ruote di neve
fino ad uscire di scena fra gli applausi
e le richieste di bis del pubblico-

E nessuno sa che so quest'Arte
che cito - agile- Qui-
E nessun manifesto mi vanta-
E' tutto esaurito come all'Opera-"


E.Dickinson (Massimo Bacigalupo)


"I cannot dance upon my Toes -
No Man instructed me-
But oftentimes, among my mind,
a Glee possesseth me,

That had I Ballet knowledge-
Would put itself abroad
In Pirouettes to blanch a Troupe -
Or lay a Prima, mad,

And Through I had no Gown of Gauze -
No ringlet, to my Hair,
Nor hopped to Audiences -Like Birds,
One Claw upon the air,

No tossed my shape in Eider Balls,
Nor rolled on wheels of snow
Till I was out of sight, in sound,
The house encore me so-

Nor any know the art
I mention -easy- Here -
Nor any Placard boast me-
It's full as Opera-"

Emily Dickinson


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